La Viareggio Cup si presenta puntuale nonostante la grande crisi economica, a dimostrazione che il calcio giovanile è una risorsa e non un problema. È su questo credo, che il Torneo prosegue a vele spiegate malgrado i venti non siano del tutto favorevoli. Anche nel mondo del pallone bisogna saper navigare con qualsiasi tempo, basta avere lungimiranza e programmare per tempo. Le società che ci gratificano con la loro partecipazione hanno coniugato questo binomio con successo e sono le benvenute a questa contesa ancora basata sui valori dello sport. Alla Viareggio Cup non si scommette, non si traffica sottobanco, si gioca a calcio, quello puro di un tempo e a cui guardiamo con grande nostalgia. E non potrebbe essere altrimenti trattandosi della massima espressione dei vivai nazionali e internazionali.
Ci potremmo definire l'«ultimo paradiso» del calcio. Fuori dalla retorica, il Torneo continua ad essere un sano veicolo che mette in evidenza il futuro del calcio. I riflettori si accendono per tutti i partecipanti, ma sta ai singoli talenti saper entrare al momento giusto nell'«occhio di bue» della critica. Carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi. L'invito vale anche per gli allenatori. Oggi alla guida dei giovani, domani chissà . Gli esempi eclatanti non mancano: Sacchi, Capello e Prandelli.
Lo spettacolo va ad incominciare, si preparino gli attori a caccia di applausi.
Buona recita a tutti, il linguaggio del pallone è comune in tutti i continenti.
ALESSANDRO PALAGI
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